La festa degli innamorati è alle porte e per la tua lei è il caso di cercare il perfetto calice di San Valentino. Che questa occasione piaccia o meno c’è sempre un buon motivo per festeggiarla! Quello che a noi convince di più è la possibilità di assaporare qualche ottimo vino per conquistare, con un pizzico di creatività in più, il nostro innamorato. Inutile negare. Anche le donne, ormai, sono capaci di stupire un uomo nel giorno dell’amore. Ma, per tradizione, questo nostro primo appuntamento in vista del 14 febbraio lo dedichiamo ai maschietti.
Che saperne di vino sia una componente fondamentale per piacere ad una donna è stato accertato. Ora, grazie ad un recente studio de Le Donne del Vino, sappiamo anche quali sono le caratteristiche dei vini che il gentil sesso predilige. Normalmente, a quanto pare, almeno nella coppia è lei a scegliere la bottiglia nella Carta del ristorante. Vista questa inversione di ruoli sarà bene, cari uomini, riprendere possesso della famosa Carta almeno per una sera e fare voi la vostra scelta. Temete di sbagliare? Non preoccupatevi. Ci sono tre caratteristiche di cui le donne sembra proprio non possano fare a meno quando si tratta di ordinare il vino. Se già riuscite a soddisfarne un paio potrete dirvi certi che il proseguo della serata andrà alla grande.
Calice di San Valentino: dillo con un vino bianco, bio e soprattutto autoctono.
Se da una parte il sondaggio ha evidenziato come le donne che nel mondo del vino lavorano sono soggette ancora oggi a discriminazioni sessiste, dall’altra ha invece fatto emergere quanto proprio le donne, nella coppia, siano determinanti nella scelta del vino da ordinare al ristorante. Il 34% di loro preferisce ordinare un bianco. Molte, tra l’altro, lo fanno stando anche attente al se si tratti di un vino biologico o biodinamico o meno.
Non solo. Anche sul prezzo sanno essere parsimoniose. Questo senza però rinunciare alla qualità. Interessante è il fatto che la percentuale sale se si parla di territorialità. Il 66% sembra avere una preferenza per i vini territoriali. Alle donne, insomma, la questione “autoctonicità” piace. Cosa che, in realtà, sembra contagiare in generale sempre più winelovers. Dato che il 47% di loro non disdegna l’idea di provare sempre cose nuove per venire incontro agli uomini che approfitteranno di San Valentino per conquistare, riconquistare o semplicemente dimostrare alla propria compagna che la conoscono meglio di quanto credano, abbiamo deciso di proporvi cinque bottiglie. Tutte bianche, tutte autoctone, tutte accessibili nel prezzo e, soprattutto, frutto di vitigni conosciuti solo da chi, di vino, ne sa. Che dire? Il modo migliore per dimostrare di amarlo, non sembrare noiosi ed essere certi di stupirle in positivo.
Calice di San Valentino: dillo con un vino bianco territoriale fermo, dolce o in versione bollicine.
IL FERMO DELLA CAMPANIA
Coda Di Volpe Vadiaperti 2015. Partiamo dalla Campania. Da un’azienda simbolo e da un vitigno che, finalmente, si vinifica in purezza. Noto sin dai tempi dei Romani questo vitigno che deve il nome che la piega apicale del grappolo ricorda proprio la coda di una volpe, è utilizzato soprattutto nella preparazione del Bianco del Vesuvio doc e nella vinificazione del Greco di Tufo. Vadiaperti è una di quelle aziende che, invece, lo vinifica anche in purezza. E per essere un bianco parliamo di un vino con una gradazione alcolica piuttosto elevata: 13 gradi.
Questo vino vi affascinerà anche nell’etichetta soprattutto se a cena siete con una donna amante della scrittura. Un Irpinia Igt di tutto rispetto e soprattutto di pura autenticità. Vadiaperti, azienda della provincia di Avellino, è una di quelle che ha reso celebre la collina di Montefredane. Siamo tra i 400 e i 600 metri di altezza e siamo fuori da ogni concetto modaiolo. I vigneti approfittano di suoli vulcanici con caratteristiche tufacee che conferiscono al vino un gusto davvero unico. Elegante al suo ingresso, vivacizza e vizia il palato. Il calice di San Valentino Perfetto per un aperitivo importante. Un esordio magnifico per dare il via alla vostra serata romantica.
Prezzo: tra i 10 e i 15 euro
L’AUTOCTONO DELLA VALLE D’AOSTA
Bianco e autoctono. Il secondo vino che vi proponiamo arriva dalla Valle d’Aosta ed è il frutto di una vera chicca se parliamo di vitigni autoctoni italiani. La bottiglia è quella del Blanc de Morgex et de La Salle 2014 prodotto dall’omonima azienda: Cave de Morget et la Salle. Il prié blanc (questo il nome delle uve) è un vitigno eroico per un vino eroico. Così eroico da crescere fino a 1.400 metri di altezza e non temere la filossera. Un vitigno legato al territorio come pochi quello a bacca bianca valdostano imbottigliato in purezza, in questo caso, dalla cooperativa fondata nel 1983 a Morgez nella Valdigne.
Siamo sulla sponda orografica sinistra della Dora Baltea con i vigneti distribuiti su 20 ettari di proprietà ai piedi dei ghiacciai del Monte Bianco ad un altezza compresa tra i 900 e i 1.200 metri. Così fresco nel gusto da essere quasi tagliente questo bianco è certamente un vino che lascerà la vostra lei senza fiato. Ben strutturato è perfetto se avete scelto per una cena a base di pesce. Ma questo Valle d’Aosta Doc da il meglio di se con i formaggi freschi e dell’ottima fonduta. Un calice di San Valentino per chi ama sperimentare.
Prezzo: tra i 15 e i 20 euro
IL GUSTO ‘ANTICO’ DEL TRENTINO
Il Nosiola è il più antico vitigno bianco del Trentino e inizia a vinificare in purezza nel 1972. Di colore giallo, a volte così intenso da toccare le sfumature del verde, ha un gusto piacevolmente fresco, fruttato e leggermente aromatico. Cresce in due aree nel sud del Trentino. La prima è quella della Valle dei Laghi che va dal fiume Sarco fino al lago di Garda. La seconda si estende sulle colline di Pressano a circa dieci chilometri da Trento. E’ qui che Giuseppe Fanti imbottiglia per la prima volta questo vitigno trasformandolo in un vino d’eccellenza e sdoganandolo, pian piano, da mera bevuta da osteria e ristorante del territorio.
La bassa resa per ceppo (circa 1 kg) è il presupposto fondamentale per fare delle brevi macerazioni sulle bucce, fermentazioni in legno e acciaio e i lunghi affinamenti sui lieviti. Il nome lo prende da un’espressione dialettale che sta per nocciola selvatica, l’aroma primario sprigionato da questo vino. Secco e in continua evoluzione questo Igp Vigneti delle Dolomiti è uno di quei bianchi che conquista. Una vera chicca: sono solo 4.500 infatti le bottiglie che l’azienda ogni anno mette a riposare in cantina. Il calice di San Valentino perfetto per una cena dal gusto trentino.
Prezzo: tra i 10 e i 15 euro.
IL DOLCE DELLA SICILIA
Per il dessert vi consigliamo un autoctono di quelli che, se non fosse stato per la passione, sarebbe scomparso. Parliamo della Malvasia delle Lipari, una sottovarietà della Malvasia bianca portata alle Lipari dai Greci. A riscoprirla fu, nel 1063 il designer e pittore Carlo Hauner. In vacanza sull’isola di Salina ne rimase così colpito da stabilirvisi. Fu lui, per primo, a far tornare a maturare le uve di questo autoctono. Ecco perché, per il dolce, vi consigliamo di aprire una delle sue bottiglie: la Malvasia delle Lipari Passito Doc.
Un distillato di mare e di sole dai colori ambrati e le vivaci sfumature dorate. Già al naso ammalia con le sue note di fichi secchi, datteri, albicocche, miele e spezie dolci. Piacevole e dolce al palato è un vino che regala calore, moderata freschezza e estremamente suadente. Come tutti i passiti di questa famiglia il 95% della sua composizione è di Malvasia delle Lipari magistralmente mescolata ad un 5% di Corinto Nero. Inutile dire che si accompagna perfettamente alla pasticceria siciliana. Ma se siete di quelli che amano osare e stupire davvero provate ad offrirlo con pecorino piccante e miele d’arancia. Il calice di San Valentino da veri intenditori!
Prezzo: tra i 20 e i 25 euro
LE BOLLICINE DEL FRIULI
Anche per le bollicine abbiamo scelto una particolarità. Lo Sciaglin Extra Dry di Emilio Bulfon. Prodotto esclusivamente con l’autoctono friulano Sciaglin è uno spumante metodo classico Charmat. Quest’uva è nota nelle colline dello Spilimberghese già dal XV secolo. Siamo in una terra di confine al limite della Alpi Giulie. Trae origine da “schiavolino”, cioè vino della Slavia. Attualmente si coltiva solo nella zona di Pinzano al Tagliamento e Castelnovo del Friuli.
E’ proprio nella fascia pedemontana della provincia di Pordenone, a metà strada tra la cittadina medievale di Splimbergo e il centro collinare di San Daniele (sì, lì dove si produce il famoso prosciutto) che sorge l’azienda Bulfon. Nella sua bottiglia tutto il buono di questo vitigno che regala profumi aromatici, speziati dolci e intensi e un gusto secco, caldo, fresco e persistente. Una bollicina che merita di essere scoperta e che può andar bene per un aperitivo iniziale o per accompagnare un’ottima cena di pesce. Cinque calici perfetti per un San Valentino da incorniciare.
Prezzo: tra i 10 e i 15 euro