Sapete disporre i bicchieri in tavola? E sapete per ogni tipologia di vino qual è la misura giusta del calice? Eccovi svelato il mistero con, per ognuno, la bottiglia suggerita da abbinare.
Ci siamo, le feste sono alle porte, ed è tempo di apparecchiare la tavola: oggi vi insegniamo a scegliere il calice perfetto. Ci apprestiamo ad affrontare veri e propri banchetti dentro e fuori casa. Nel primo caso sapere come si imbandisce la tavola e soprattutto come il vino va servito può essere un buon indicatore per capire se abbiamo scelto il locale giusto. Ma dato che la gran parte degli italiani i pranzi e le cene delle festività li trascorre in casa, fare bella figura con gli invitati è quasi un obbligo nonché una grande soddisfazione.
E che sia così i dati lo hanno detto a Natale. Il 92,6% di noi, il 25 dicembre, siederà a tavola con i parenti così come 7 su 10 il cenone di Capodanno lo trascorrereanno al caldo delle mura domestiche con le comitive di amici. Avete già scelto i vini da portare in tavola? Per le bollicine vi abbiamo dato qualche buon suggerimento. Ora vi insegneremo come disporre i bicchieri e soprattutto quali dovreste avere per essere certi di aver fatto tutto alla perfezione.
Calice perfetto: partiamo dalle basi. La disposizione è la prima regola fondamentale.
C’è sempre una certa soddisfazione nel vedere la tavola apparecchiata in periodo di feste. Che si punti su eleganza, raffinatezza o estro non importa. Quel che conta è l’effetto. E l’effetto è tutto nella disposizione. E i bicchieri si sa. Sono proprio la prima cosa che, guardando una tavola imbandita spoglia ancora di cibo e bottiglie, colpisce.
Poche e semplici le regole da seguire. Ogni invitato dovrà avere davanti almeno tre bicchieri. Questo nel qual caso il flute, il bicchiere che servirà al momento del dessert, sceglieste di portarlo in tavola direttamente sul finale (prendendovi la cura di togliere tutti gli altri prima di porgerlo ai vostri invitati). Si parte sempre da sinistra. E’ lì, leggermente a destra del coltello, che va posizionato il bicchiere per l’acqua. Seguono calice medio per il vino rosso e uno più largo per il vino bianco.
No al colore
Altra accortezza: no ai bicchieri colorati. Ogni bravo winelover lo sa. Il vino deve essere visibile in tutte le sue sfumature. Ecco perché che sia cristallo o vetro, i bicchieri di una tavola imbandita, devono essere sottili e incolori. Unica eccezione possibile per i vini da dessert.
Inutile dire che tutti, eccetto il bicchiere dell’acqua, devono essere dotati di stelo. Non solo per la bellezza dell’oggetto. E’ proprio lì che si nasconde il segreto della temperatura. Forse non tutti lo sanno, ma lo stelo è l’elemento che garantisce la non alterazione della temperatura di servizio.
Calice perfetto: ad ogni rosso il suo.
Si fa presto a dire calice. Certo se se ne possiede solo di una tipologia andrà benissimo comunque. Ma se ci tenete ad esaltare al meglio le caratteristiche dei vini che vi apprestate a servire sappiate che il compito non è così semplice. Per nessun tipo di vino. Per i rossi in primis. Lo spunto lo abbiamo preso da una ricerca del Centro Studi Assaggiatori diffuso poi anche dal Consorzio Vino Nobile di Montepulciano. La geometria del bicchiere può fare del vostro buon vino un grande vino se servito correttamente. Iniziamo allora il nostro viaggio alla scoperta di un mondo per i più sconosciuto e che, invece, potrebbe essere la chiave del vostro successo. Ammesso che poi, la cucina, lo sia altrettanto.
Rosso di grande struttura? In tavola ci vuole un Ballon.
Hai scelto un rosso a base di Pinot Nero? Magari un Borgogna. Andrà bene anche un italianissimo Amarone della Valpolicella dove dominano Corvina e Rondinella. Il calice perfetto per loro è di 206 mm x 1000 cc. L’unico adatto ad esaltare le caratteristiche di grandi rossi maturati in legno. Tecnicamente questo calice si chiama Ballon. La tendenza ad allargarsi di questo bicchiere permette una lunga ossigenazione e una strepitosa concentrazione dei profumi.
Enolò ti suggerisce…
Tra gli imperdibili c’è certamente l’Amarone 2011 Sant’Urbano dell’azienda Speri. Un eccellente esempio di finezza e classicità. Un vino straordinario di grande
complessità e vigorosa struttura da sempre ai vertici.
Prezzo: tra i 40 e i 50 euro.
Rosso di corpo o importante? La scelta è doppia purché sia sempre calice grande.
Supponiamo che il rosso che vi apprestate a portare in tavola sia un Merlot, un Cabernet, un Sangiovese, un Brunello di Montalcino o un vino di Bordeaux. La forma del calice cambia. Non avremo più bisogno di un calice che si apre verso la bocca, ma di un calice più classico. Uno che si stringa al bordo ma che abbia una dimensione di 270 mm x 810 cc. Calice perfetto per far decantare il vostro vino e far sì che i profumi si concentrino tutti sotto il naso dei vostri invitati. Non c’è calice migliore per un vino di corpo.
Se invece avete optato per altre tipologie di rosso, sempre di grande eccellenza, a cominciare dal Chianti Classico, allora ci vorrà un calice dalla forma più ovale. Più stretto sullo stelo più largo nel corpo e di nuovo stretto alla bocca. La misura perfetta è di 260 mm x 400 cc. Perfetto per sentire il fruttato di vini di grande spessore. Ecco perché, oltre al Chianti, si sposa bene anche con Nobile di Montepulciano, Sangiovese e Zinfadel.
Enolò ti suggerisce…
Badia a Coltibuono Chianti Classico 2013. Siamo di fronte ad un classico certificato biologico. Questo vino del cosiddetto ‘Chiantishaire’ come amano chiamarlo gli inglesi prende il nome dall’antichissima abbazia di Coltibuono che a sua volta deriva dal latino Cultus Boni: culto del bello e coltura di buono.
Prezzo: tra i 15 e i 20 euro
Bianco: secco, secco e leggero secco aromatico o secco corposo? Ognuno ha il suo bicchiere.
Bianco secco
Partiamo dallo Chardonnay. Si sa, è uno dei bianchi più diffusi al mondo. Per lui e tutti i vini bianchi secchi, inclusi ad esempio Pinot Grigio e Bianco e Chablis Ier c’è un calice preciso da mettere in tavola. La misura del calice perfetto? 230 mm x 330 cc. Un calice mediamente stretto che permette di percepire prima l’acidità bilanciandola subito dopo con le note fruttate del vino.
Enolò ti suggerisce…
Coste Bianche Coppo 2014. Il vino deve il suo nome alla natura bianca del suolo dove sono ubicate le vigne. Lo Chardonnay, in Piemonte è attestata a partire dalla prima metà dell’Ottocento grazie all’intraprendenza di Filippo Asinari, Conte di San Marzano e Costigliole. Al suo rientro dalla Francia, dove aveva collaborato con Napoleone, portò con sé alcune barbatelle di Chardonnay dalla famosissima vigna di Montrachet per metterle a dimora a Costigliole. Un eccellenza, questo Chardonnay, anche in relazione al rapporto qualità/prezzo.
Prezzo: tra i 10 e i 15 euro.
Bianco secco leggero
Hai optato per un vino secco ma leggero sullo stile si un Sylvaner? allora il calice dovrà essere più stretto ancora con un’apertura alla bocca. Più facile il contatto con la punta della lingua e, di conseguenza, il riuscire a cogliere sin da subito il sapore del vino che state portando in tavola. E’ in quel punto infatti che si concentrano le papille gustative più ricettive e per un vino all’insegna della leggerezza è importante lasciar subito traccia di sé. Parliamo, in questo caso, di un calice di 220 mm x 220 cc.
Enolò ti suggerisce…
Sylvaner Kuenhof 2014. Un vino straordinario. Tripudio di profumi che spaziano dalle erbe aromatiche ai fiori di campo, dagli agrumi alla frutta a polpa gialla. I Pliger portano avanti un discorso personale sull’ecosostenibilità che, al di fuori di certificazioni ufficiali, fa del buon senso e della perfetta conoscenza delle singole piante due punti cardine. Kuenhof vuol dire anche Kaiton, ovvero “Bosco”, l’antico nome celtico della zona e soprattutto uno dei migliori Riesling italiani, affinato in botti grandi e acciaio.
Prezzo: tra i 15 e i 20 euro.
Bianco secco aromatico
Se il bianco che ti appresti a servire è un Riesling potresti anche usare il calice visto in precedenza. Ma se sei un perfezionista ce ne vorrà uno leggermente diverso. Che non abbia, soprattutto, quell’apertura alla bocca che farebbe in questo caso disperdere parte delle note aromatiche, fruttate e floreali di questo grande vitigno. Calice, questo, adatto anche ad un Muller – Thurgau ed un Traimner, ma anche in questo caso c’è un passo in più da fare se si cerca la perfezione. Per il Riesling, insomma, ci vuole un calice perfetto: 220 mm x 230 cc.
Enolò ti suggerisce…
Le Strope Riesling 2013 Zanotelli. Un vino estremo, perché estreme sono le condizioni in cui Zanotelli coltiva i suoi vigneti, che si stagliano in un panorama in contrasto tra dolci colline e ripidissimi pendii scoscesi. Gradevolmente acidulo, delicato ed elegante questo vino, come tutti quelli della linea “Le Strope” esprime un forte legame col territorio. La stropa”, raffigurata su ogni bottiglia è infatti il rametto di salice usato per legare la vite al suo sostegno.
Prezzo: tra i 10 e i 15 euro.
Bianco secco mediamente corposo
Hai optato per un bianco secco mediamente corposo dall’acidità equilibrata come un Gewurztraminer o un Cortese Muller-Thurgau. Allora ci vuole un calice dal lungo stelo con una forma molto arrotondata. Alla bocca si stringe. Una forma, quella di questo calice 220 mm x 230 cc, che sembra proprio voler concentrare tutta l’aromaticità di questi vini. E così accade.
Enolò ti suggerisce…
Gewutztraminer 2012 Abbazia di Novacella. In questi vigneti della Valle Isarco i vini si producono dal 1142. Questo Gewürztraminer fa parte della linea “classica” che i monaci dell’Abbazia producono ed è uno di quelli, che già solo per questo, ne esprime tutta la finezza altoatesina. Il mix tra le tecnologie più attuali e la tradizione antica da cui provengono i vini dell’Abbazia, dà a questo Gewürztraminer la personalità e la gioiosità che da sempre contraddistingue ogni prodotto dell’azienda.
Prezzo: tra i 10 e i 15 euro.
E infine…le bollicine! Ecco il calice perfetto per il vostro spumante secco.
Chiudiamo col classico flute. Calice perfetto e d’elezione dello spumante secco. Il Brut per intenderci. La ristrettezza di questo bicchiere impedisce troppo contatto con l’aria e, di conseguenza, l’evaporare (troppo in fretta) dell’essenza dello spumante: le bollicine. Non esiste altro bicchiere all’infuori di me, potrebbe ben dire, per chiudere in bellezza il vostro pranzo. Forse diremo una blasfemia, ma probabilmente è perfetto anche per il vostro…champagne!
Enolò ti suggerisce…
La scelta è talmente ampia che abbiamo deciso di offrirvi una piccola chicca. Uno spumante campano Fiano 100%. Un autoctono della cantina Ciro Picariello. Parliamo dello Spumant Brut Contadino, vendemmiato con leggero anticipo per preservare il frutto croccante e mantenere la sua piacevole acidità. Viene imbottigliato senza sboccatura. Un’autentica perla del territorio campano.
Prezzo: tra i 20 e i 25 euro.
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