La scelta etica dell'associazione non nasce per punire, ma per valorizzare chi, del vino naturale, ha fatto un modello esistenziale!
VinNatur. Noi italiani siamo molto sheakespeariani in termini di sospetto. Siamo un po’ tutti degli Otello. Così facili a lasciarci condizionare dal male apparente da vederlo anche lì dove non c’è. Ecco perché se dicessimo semplicemente che anche il vino naturale ha finalmente le sue regole saremmo per natura portati a pensare che, quelle regole, si sono rese necessarie. Magari per le frodi. Quelle che, nel mondo del vino, sono purtroppo all’ordine del giorno. E invece no.
Il disciplinare dei Vini Naturali è solo la logica conseguenza di un atteggiamento positivo. Quello che gli associati di VinNatur, dal 2006 ad oggi, hanno pensato, creato, interpretato e applicato! Per una volta, insomma, le regole non vengono dal cattivo comportamento, ma sono il giusto riconoscimento per un atteggiamento che, questo disciplinare, lo ha ampiamente anticipato. Tanto che, quello dei vini naturali, non solo è un mercato in crescita, ma è riuscito a conquistare soprattutto i giovanissimi winelovers italiani che al bio tengono davvero molto.
Disciplinare VinNatur: in vigore dal 2017. Un solo dictat: niente pesticidi.
Trasparenza. La parola d’ordine con cui nel 2006 è nata l’Associazione che raccoglie attorno a sé 151 aziende agricole (106 italiane e 45 europee) è proprio questa. Erano 65 quando questa impresa pionieristica è iniziata e sin da subito il dictat era lo stesso: niente pesticidi. Al massimo uno 0.020 mg/kg. Sono circa 200 quelli ricercati nelle bottiglie degli associati. E a pagare le analisi è l’Associazione stessa.
Una scelta etica che tralascia l’aspetto economico per garantire l’assenza dei principi attivi dei pesticidi, dell’anidride carbonica e, ancor prima “essere realmente consapevoli della grande responsabilità che si ha – sottolinea il presidente Angiolino Maule – nei confronti della salute di appassionati e clienti. E’ d’obbligo agire con trasparenza”.
Disciplinare VinNatur: le sanzioni per chi non lo rispetta.
Nero su bianco anche quanto fino ad ora previsto dal regolamento dei vini naturali. Se viene rinvenuta una quantità superiore allo 0.020 mg/kg di pesticidi nei prodotti o anidride solforosa l’Associazione dà il via a controlli più approfonditi. Una sorta di lente di ingrandimento finisce nella vigna e la cantina del produttore che dovrà assicurare, nelle successive analisi, la scomparsa della violazione. Se così non accadesse, ma al contrario per tre anni consecutivi le analisi risultassero positive allora la pena sarebbe l’espulsione.
Sì sì, avete capito bene. Niente vino naturale niente possibilità d’appello. E’ così da sempre, ma ora, con il Disciplinare non c’è più alcuna via di fuga. Esagerazione? Non diremmo affatto. Anzi, come l’Associazione stessa sostiene, non seguire i dettami di una scelta che implica “il coraggio di affrontare molti rischi senza il confronto di soluzioni pronte e facili”, afferma Maule, vuol dire “non aver rispettato l’impegno preso nei confronti dei colleghi, dell’associazione e dei consumatori”.
Disciplinare VinNatur: chi si occupa delle analisi.
Abbiamo detto che le spese se le accolla da sempre l’Associazione. Ma chi è che materialmente si occupa di fare le analisi per la rilevazione di pesticidi e anidride solforosa? Il Laboratorio Enocentro di Bussolengo (Verona). Laboratorio certificato Accredia e accreditato presso il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali (Mipaaf). Le bottiglie campione da analizzare vengono raccolte dal Consiglio direttivo dell’associazione durante Villa Favorita, la manifestazione che riunisce i soci a Sarego (Vi).
Disciplinare VinNatur: i risultati delle analisi del 2015.
Per capire quanto il sistema di VinNatur funzioni basta osservare i dati relativi al 2015. Su 151 vini analizzati 4 sono stati trovati positivi ai pesticidi e con quantità davvero minimali. Solo l’anno prima erano 8. “Per noi – ha detto ancora Maule – questa è una bella soddisfazione. Un altro dato che ci rende particolarmente orgogliosi è quello dei 65 vini che recano solo tracce di solforosa, cioè una presenza inferiore ai 10 mg/l. Non è facile percorrere questa via al momento della vinificazione e, dopo la difficile annata 2014, ne siamo tutti ancora più consapevoli”.
Disciplinare VinNatur: presto anche l’esame di foglie e grappoli in vigna.
Altre spese per l’Associazione, ma la scelta etica è stata fatta nel 2006, nel momento della sua fondazione. Quelle che sembrano regole rigide non sono altro che il giusto atteggiamento per garantire la naturalità dei propri prodotti. E allora va bene controllare pesticidi e anidride solforosa nel vino, ma è dalla vigna che bisogna partire. Ecco perché, già da quest’anno, si inizieranno a fare esami anche su foglie e grappoli in vigna. Dal 2017 la pratica riguarderà tutti gli associati. Per quest’anno saranno solo i quattro risultati “a rischio” per la presenza di pesticidi a finire sotto massima sorveglianza.
Disciplinare VinNatur: lo scopo non è punitivo, ma nell’ottica del riconoscimento.
Lo abbiamo detto all’inizio. Il disciplinare VinNatur arriva per suggellare ciò che già era una certezza: la trasparenza. Obiettivo non è dunque quello di punire a tutti i costi, ma quello di far crescere le conoscenze e la cultura dei prodotti. Così che siano in grado di gestire con consapevolezza le difficoltà e i problemi derivanti da questa scelta. “Essere soci di VinNatur – ha sottolineato Maule – è infatti una scelta non un obbligo. Questo disciplinare non è un punto d’arrivo, ma di partenza. Il nostro obiettivo è quello di dare vita ad un percorso di crescita, dinamico e vivace, aperto ai contributi del mondo scientifico, che consenta a tutti noi di praticare con consapevolezza una viticoltura sana e sostenibile per l’ambiente e per l’uomo”.
Ben fatto!