Il progetto pilota parte da qui: una piattaforma collaborativa per dar vita a modelli durevoli ed ecosostenibili. E l'esempio già c'è: è nato qui il primo Nobile ad emissioni zero
E’ un trend inarrestabile quello del vino sostenibile. Soprattutto è un bene per l’ambiente e una garanzia di qualità. Che il rispetto per l’ambiente anche in vigna, stia conquistando sempre più winelovers e produttori ormai è una certezza. Sono sempre di più le superfici vitate dove si decide di lavorare seguendo i principi del biologico. La Toscana, terra di grandi vini, aveva già detto la sua al riguardo. Ma ora è proprio da qui che partirà il primo progetto in Italia a impatto zero. Si è sempre detto che il futuro dell’impresa è nel saper lavorare in collaborazione piuttosto che in competizione. Un principio che, purtroppo, fa fatica ad affermarsi. La regione del centro italia, per l’ennesima volta, ci mette la lungimiranza. Ecco che allora un’intera denominazione vitivinicola e un intero distretto si mettono insieme. Per ogni bottiglia di vino un sistema in grado di compensare l’anidride carbonica omessa? Di chi parliamo? Del Nobile di Montepulciano. Potrebbe essere questa la prima Docg totalmente ecologica.
Vino sostenibile: una piattaforma per scambiarsi informazioni e portare in vigna l’impatto zero.
Comune di Montepulciano, Consorzio del Vino Nobile e la principale associazione tecnico-scientifica del nostro Paese per la promozione dell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, l’Ises, si sono messe insieme con uno scopo preciso: convertire la coltivazione vitivinicola ai principi del biologico. Come? Innanzitutto scambiandosi informazioni. E’ su una vera e propria Piattaforma Collaborativa multimediale che i produttori e tutti i protagonisti della filiera si incontreranno. Scambiarsi conoscenze ed esperienze positivi attraverso questo sistema vorrà dire sviluppare modelli di competitività nelle aziende vitivinicole basati sui principi dello sviluppo sostenibili. Una sorta di centrale operativa in cui ricerca, imprese agricolo e tecnologiche e centri per l’innovazione del settore vitivinicolo opereranno insieme per far sì che la produzione di uno dei vini più amati e conosciuti al mondo si identifichi anche come emblema della sostenibilità con tanto di certificazione.
Vino sostenibile: perché i produttori di Vino Nobile hanno detto sì.
Se l’idea che vi siete fatti è che questo sia solo un proclamo vi sbagliate. Le intenzioni, che si spera siano poi realizzate, sono ben definite. “Il fine – ha spiegato il Presidente del Consorzio del Vino Nobile – è giungere entro il 2020 alla neutralità delle emissioni di gas clima – alteranti, grazie all’utilizzo da parte degli enti pubblici e privati di buone pratiche quali rimboschimenti, impiego di pannelli fotovoltaici, produzioni di energia da centrali alimentate a biomasse e tutto quanto rientri nella gestione sostenbile del nostro territorio”. Il sì dei produttori viene dall’esperienza. Quando la scelta di puntare sul biologico era di pochi lo era anche perché si pensava che gli investimenti maggiori non avrebbero poi trovato riscontro nei ricavi. Così non è stato. Sono tante ormai le cantine che, su questo territorio, investono ed anno investito sul risparmio energetico ed ambientale. Correva l’anno 2011, come ha ricordato il sindaco di Montepulciano Andrea Rossi.
Fu allora che la città proclamò valori ed obiettivi per il bene del territorio. Tra questi anche la volontà di produrre vino mettendo al bando la CO2. Fu l’azienda vinicola di Salcheto la prima a crederci e quella che sembrava un’utopia diventò realtà: è suo il primo Nobile praticamente a impazzo zero. L’obiettivo ultimo, insomma, è quello di costituire un distretto ambientale e se queste sono le premesse c’è da crederci: la Toscana ce la farà
Vino sostenibile: come misurare le emissioni? Il sistema c’è già. Ora ci vuole la certificazione
Già all’epoca, cioè nel 2011, il Comune si è attivato per far sì che sul territorio vi fosse la svolta sostenibile. E’ all’Università Marconi di Roma che infatti era stato afidato il compito di realizzare la piattaforma adatta a misurare le emissioni di anidride carbonica derivanti dalla produzione di vino. Realizzato il progetto questo è stato messo a disposizione del Consorzio che ha a sua volta cercato i partner e che ora è pronta a partire con un progetto pilota che, si spera, contagi anche il resto dell’enogia nostrana.
“Oggi – ha infatti aggiunto o il sindaco – lavoriamo avendo come obiettivo un intero distretto sostenibile. Il passaggio successivo sarà certificare la sostenibilità dell’altra fonte primaria di reddito di Montepulciano: il turismo”. Concetto questo allargato a tutto ciò che di buono ha questo territorio. Dall’enoturismo a quello legato alla ristorazione, passando per commercio e le cantine stesse. “La nostra politica – ha detto ancora Rossi – è incentivare gli acquisti da fornitori che producono in maniera etica. Che inviti al riuso dei materiali riducendo al massimo i consumi”. Insomma il vino è un passo in un percorso che negli obiettivi dovrà rendere ad impatto zero l’intero territorio.
Crediti fotografici: foto copertina Flickr – CC Mikael Korhonen