Istituto Marchigiano Vini: i giovani tra i 18 e i 35 anni lo preferiscono agli altri alcolici. Amano i rossi, ma più che al marchio tengono alla territorialità

Lo avreste mai detto? Non solo i winelovers italiani sono tantissimi e preferiscono il vino a birra e superalcolici. Ma ad orientarli, in una società fatta di immagine, non sono né il packaging né la marca. Al contrario puntano su territorio e sostenibilità. Queste le parole chiave. Ecco perché dei 1.500 giovani compresi tra i 18 e i 35 anni su cui “Vino e Giovani” dell’Istituto Marchigiano Tutela Vini ha compiuto la ricerca, la gran parte si orienta verso il biologico.

E’ forse il segnale più profondo di un cambiamento che ha interessato le produzioni prima e i bicchieri poi. Ma andiamo con ordine. Innanzitutto il 49% degli intervistati preferisce il vino ad ogni altra cosa. L’87% comunque lo consuma, il 71% spenderebbe fino al 40% in più per un vino biologico e, udite udite, sono i rossi a trionfare. Brunello e Amarone guidano le preferenze con tra i bianchi il Verdicchio a prendere il primo posto tra i bianchi fermi.

La consapevolezza. E’ questo che stupisce, ma allo stesso tempo gratifica e crea mercato. Eh sì, perché per stare dietro ai gusti dei winelovers le aziende hanno il loro da fare. E darsi da fare vuol dire creare mercato, opportunità. Saper cogliere il momento se necessario. Anche perché, ammettiamolo, in un epoca così social con la categoria più social che ci sia, stare al passo coi tempi è necessario. Basta un click su una fotocamera con l’etichetta in vista. Un post. E il gioco è fatto. I winelovers sono praticamente operatori di marketing gratuiti.

E’ il caso, allora, che i produttori prendano appunti.

 

I criteri di scelta dei giovani winelovers:

winelovers territorio

Territorio. E’ questo il primo criterio di scelta. Insomma ai ragazzi piace bere il vino di casa propria. Il 18% si orienta quindi sui vini di aziende locali puntando poi su qualità (12%) e sostenibilità. Il packaging vale solo l’8% e la marca anche meno: il 5%. Segno questo di un altro cambiamento radicale. Sarà la diffidenza con cui i ragazzi si affacciano oggi a qualunque aspetto esistenziale, sarà semplicemente la beata gioventù e il non essere esperti del settore, ma il dato è abbastanza chiaro. Non tira il nome dell’azienda: tira la sostanza. E i numeri lo confermano: il 92% dei winelovers preferisce la produzione locale su quella nazionale. Non solo. Vogliono sapere proprio tutto anche sulla filiera. Insomma su come, quel vino, è arrivato fin sotto il loro naso.

A fine 2015 il biologico aveva lanciato la sua sentenza: è trandissimo. E così si conferma. Ben il 48% dei ragazzi intervistati lo sceglie così e l’86% si dichiara anche disposto a spendere fino al 40% in più per bere bio. I tempi cambiano e con loro, le tendenze. L’ambiente, la sostenibilità e la tutela sono ormai i temi predominanti nel dibattito mondiale e i ragazzi, a quanto pare, nel loro piccolo l’attenzione a certe tematiche ce la mettono. Persino nello scegliere cosa versare nel proprio calice. Avanzano, sebbene restano di nicchia, le preferenze per i vini vegani. 

 

Da chi si lasciano consigliare i giovani winelovers:

winelovers enoteca

Tempi duri per le guide. Solo il 12% le consulta. E’ il face to face quello che piace. E questo piace anche a chi lavora nella comunicazione e altrettanto dovrebbe piacere a chi lavora nel mondo del vino. La professionalità, insomma, è un criterio fondamentale. Il 22% dei giovani bevitori preferisce rivolgersi direttamente ad agricoltori e vignaioli. Una cosa che fa ben sperare e soprattutto ben capire quanto l’enoturismo e l’accessibilità alle cantine sia fondamentale per promuovere il proprio brand. Seguono gli esperti di vino (20%), i sommelier (17%) e le enoteche (15%).

 

Quanto ne sanno di vino i giovani winelovers:

winelovers tasting

Non saranno sommelier. Non saranno esperti del vino. Non saranno in molti casi neanche dei grandissimi intenditori. Ma l’impegno c’è. Soprattutto c’è la voglia di imparare, conoscere e scoprire il mondo del vino in ogni suo aspetto. Insomma non è una questione di fare i fighi ruotando il bicchiere e dicendo parole senza senso. I winelovers quelle parole le vogliono imparare e soprattutto prenderne consapevolezza. L’esperienza è tutto. E per esperienza non parliamo del sedersi al bancone, ordinare, bere. Ordinare, bere. Ordinare, bere. Affatto!

Esperienza vuol dire voglia di conoscenza e, di conseguenza, degustazioni. Il 67% dei giovani del campione intervistato ha dichiarato di già aver preso parte a diversi tasting. E l’88% di loro ha intenzione di continuare su questa strada. In quanto a conoscenza del settore in senso stretto però c’è poco da applaudire. Vogliono tastare, o meglio assaporare, ma studiare no. Solo un ragazzo su 10, infatti, legge articoli specializzati di settore. Vince comunque il web, seguito da siti, blog e riviste.

 

Dove e con chi preferiscono bere i giovani winelovers:

winelovers aperitivo

Ovviamente in compagnia (58%). Meglio se a cena (59%), ma anche ad ora aperitivo va benissimo (26%). Nove su dieci dei consumatori under 35, come abbiamo ampiamente detto, si orienta sul vino. E più si cresce più si apprezza. Il 34% lo preferisce alla birra. Il 14% ai cockatil. Il 3% ai superalcolici. Il 55% degli over 25 lo indica come bevanda preferita. Stessa cosa per il 43% di quelli compresi tra i 18 e i 25 anni. Oltre un terzo, tra l’altro, lo beve almeno tre volte a settimana (38%). La buona notizia è anche nel moderato consumo: solo il 13% supera i due bicchieri. 

 

Cosa preferiscono bere i giovani winelovers:

winelovers vino rosso

I rossi e le grandi denominazioni la fanno da padroni con Brunello di Montalcino e Amarone della Valpolicella in pole position. Va da sé che il Prosecco, re indiscusso del 2015 e grande motore dell’export italiano già nei primi mesi del 2016, vince tra le bollicine. E’ quinto in classifica. Per arrivare a un bianco dobbiamo scendere alla settima posizione. E’ il Verdicchio. Un vino marchigiano per la gioia di chi, questo sondaggio, lo ha promosso.

Ovvio che maschi e femmine in fatto di vino hanno gusti differenti. I bianchi lo preferiscono decisamente le pulzelle (59%). Certo è che, nel campione complessivo, a preferire i rossi sono il 52% dei winelovers tra i 18 e i 25 anni. Mentre il 58% di quelli tra i 26 e i 35 si orienta sulla freschezza dei bianchi. I rosati conquistano il 2% del campione. 

 

Perché un’indagine sui giovani winelovers:

Lo spiega Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano Vini che ha promosso la ricerca: “Questa indagine dimostra come anche nel consumo di vino sia valido il sillogismo che lega moderazione e conoscenza con l’atteggiamento responsabile. Per questo a Jesi, nelle terre del Verdicchio, apriremo entro quest’anno il polo enogastronomico regionale Food Brand Marche. La prima “enoteca didattica” in Italia esclusivamente dedicata ai ragazzi.

“Il futuro sarà roseo – afferma -. I giovani di oggi cercano la qualità, la sanno riconoscere e sfidano le cantine a trovare nuove vie per valorizzare al meglio la loro identità. Il futuro sarà di coloro che sapranno reinventarsi. non legandosi a mode passeggere. Conterà il valore culturale e antropologico del territorio. Quelli che sapranno fare meglio sistema sono quelli che sapranno cogliere meglio queste opportunità”.

 

Crediti fotografici: foto copertina Thomas Rousing – Flickr CC.